FIABE dello ZODIACO
Con queste dodici fiabe dedicate agli archetipi dello Zodiaco ho voluto concludere il mio viaggio nel mondo immaginativo delle fiabe. Viaggio che cominciò 20 anni fa grazie all'incontro con Rudolf Geiger, uno dei più grandi Märchenerzähler tedeschi, il quale mi fu maestro nell'arte del raccontare fiabe. Egli possedeva quella grande arte di farti vedere come in un sogno le immagini delle fiabe che narrava e solo al temine del racconto ci si destava e ci si rendeva conto che era riuscito a portarti in quel mondo immaginativo, al quale per lo più, solo i bambini hanno accesso.
Daniel Pennac descrive questo particolare stato di coscienza del bambino, che si perde nell'ascolto del racconto della fiaba, “concentrazione – sognante” . Apparentemente una contraddizione, perché o si è concentrati e desti o si sogna, invece la sua osservazione ed affermazione è perfetta: quando il bambino entra in quello stato di coscienza la sua attenzione cresce, si espande a tutta la durata del racconto, altrimenti non avrebbe la capacità d'essere attento su un oggetto così a lungo. Questa attenzione non è un'attenzione vigile al mondo sensoriale, bensì un'attenzione che si incanta davanti, o meglio, dentro quel mondo di fiaba. Il bambino s'immerge ad occhi aperti in quel mondo e quel mondo diventa un tutt'uno con il suo mondo interiore.
Naturalmente si può fare ciò solo mediante un approccio narrativo epico ( come afferma Goethe); quello drammatico, carico di forti emozioni, dinamica, caricature dei ruoli, non permette al bambino d'entrare in quella dimensione ovattata e benefica.
“Le fiabe” mi diceva Geiger “sono come perle di saggezza piovute sui vari popoli della terra, che si sono rivestite dei loro costumi, usanze, culture; ogni perla è un tema che descrive lo sviluppo dell'anima umana, che ripercorre i processi primordiali del divenire uomo nella corrente terreste”. Troviamo infatti sovente gli stessi temi nelle fiabe popolari tedesche raccolte dai fratelli Grimm o nelle fiabe popolari russe o in quelle africane ecc... ed a proposito del confine tra fiaba e mito... “dove finisce la fiaba e dove inizia il mito?”
Questo passaggio è difficile da fissare in un punto esatto. Ci sono per esempio 80 fiabe dei Grimm che contengono gli stessi motivi che troviamo anche nella mitologia germanica”.
Il tema delle fiabe aprì per me numerose porte e desidero ora ricordare e dar voce ad alcuni studiosi che ebbero un ruolo importante nell'entusiasmarmi e farmi decidere d'investire anni della mia vita a questo tema, in qualità di esperto di narrazione ad alta voce per bambini, ragazzi e bibliotecari.
Anche se l'opinione comune attorno alle fiabe è che esse hanno fondamentalmente lo scopo di divertire, è grazie a profondi studi che il prof. Max Luti, analizzando la fiaba popolare come genere letterario e ricercando in essa le costanti che ne caratterizzano la forma, giunge a definirla “poetica pura”, opera di elevato rigore artistico. Mediante le sue acute osservazioni, connesse ai molteplici aspetti della forma, giunge a cogliere l'universalità della fiaba: “La fiaba è poesia del mondo ideale” afferma.
Uno dei massimi esperti di psicologia infantile, Bruno Bettelheim, col suo libro “Il mondo incantato” rivaluta, raccomanda, mette in evidenza l'importanza del nutrimento delle fiabe. Afferma infatti: “Le fiabe popolari rappresentano, in forma fantastica, in cosa consiste il sano processo dello sviluppo umano... La fiaba permette al bambino di conoscersi e favorisce lo sviluppo della sua personalità”. Differenzia le fiabe popolari dalle storie moderne, perché quest'ultime evitano i problemi esistenziali, mentre le fiabe popolari suggeriscono in forma simbolica come affrontare quei problemi ed arrivare alla maturità senza danni.
Afferma: “Contrariamente a quanto avviene in molte storie moderne per l'infanzia, nelle fiabe popolari il male è onnipresente come la virtù. Praticamente in ogni fiaba il bene e il male s'incarnano in certi personaggi e nelle loro azioni, così come il bene e il male sono onnipresenti nella vita e le inclinazioni verso l'uno o l'altro, sono presenti in ogni uomo. E' questo dualismo che pone il problema morale e richiede la lotta per il suo superamento... nelle fiabe la persona cattiva è sempre perdente... non è il fatto che sia la virtù a trionfare che promuove la moralità, ma il fatto che è l'eroe a risultare più attraente per il bambino, che s'identifica con lui in tutte le sue lotte”.
Per concludere questa breve presentazione vorrei precisare che le dodici fiabe dello Zodiaco sono state scritte per adulti e non per bambini.
La premessa alla comprensione delle metafore ed immaginazioni in esse contenute poggia sul riconoscimento che le Costellazioni zodiacali esercitano una certa influenza in natura (come è noto nell'agricoltura biodinamica) e sulla psiche umana. Esse sono intessute di pensieri non ricercati ma ricevuti, infatti, sono state scritte di getto senza nessuna correzione.
Sarà il lettore a giudicare, se ne comprenderà il linguaggio e il significato, se quelle metafore, come raggi di luce, accresceranno la propria conoscenza di se stessi".
Emanuele Reti